Cinema italiano di qualità: istituzioni, gusto, legittimazione culturale

Cinema italiano di qualità: istituzioni, gusto, legittimazione culturale

25.07.2015

n. 3/2016 - A cura di Claudio Bisoni, Danielle Hipkins e Paolo Noto

Cosa definisce e costruisce l'idea di qualità nel cinema italiano contemporaneo, indicativamente dal 2000 a oggi? Mentre nel dibattito sulla TV sta prendendo piede anche nel nostro Paese un'accezione del termine quality fondata sull’idea di production value, in ambito cinematografico la questione resta più opaca. Nei provvedimenti legislativi, nei comunicati stampa, nelle recensioni, nei saggi accademici e nei discorsi comuni l'idea di cinema di qualità è, infatti, spesso presente, si sovrappone a quella di cinema d'arte e d'autore, incrocia la nozione di impegno e ottiene una sua definizione formale nella categoria di “film di interesse culturale nazionale” promossa e sostenuta dal Mibact.

Sul piano dei discorsi collettivi il cinema di qualità, per poter funzionare come tale, ha bisogno di processi di legittimazione culturale articolati, che chiamano in causa il lavoro di certe istituzioni, i discorsi critici, i comportamenti delle audience e tutto quanto contribuisce, al di là (o al di qua) degli incassi, alla formazione del gusto, alla costruzione di definizioni socialmente condivise e al “buon funzionamento” di questo tipo di prodotti.

Il numero monografico di «Comunicazioni sociali» intende esplorare questi aspetti attraverso una serie di articoli compresi tra 25.000 e 35.000 caratteri e dedicati, ma non essere necessariamente limitati, alle seguenti questioni: 

  • Chi va a vedere il “cinema di qualità”? Qual è la distribuzione geografica degli spettatori del cinema finanziato dal Mibact o dei film che rientrano nella programmazione d'essai? Esistono differenze sostanziali tra nord e sud, tra centro e periferia? Si tratta di un pubblico variegato oppure omogeneo dal punto di vista della stratificazione sociale e di genere? Si tratta di un pubblico onnivoro o selettivo?
  • Come si vende la “qualità”? Questo cinema si è affidato soprattutto a modelli tradizionali, o non convenzionali di marketing? Qual è il ruolo degli eventi mondani (prime, presentazioni a festival, etc.) nel processo di publicity? Esistono casi notevoli di crowdfunding o crowdsourcing in questo ambito?
  • Dove arriva la “qualità”? L'Italia è stata per decenni un paese esportatore di cinema per le art house internazionali. In che modo questo processo è ancora oggi attivo? Come viene recepito il cinema “di qualità” fuori dai confini nazionali? Quali sono, e come operano, le agenzie culturali che ne favoriscono la diffusione (festival, istituti di cultura, corsi universitari, associazioni)? In che modo questo cinema incide nei processi di costruzione dell'identità diasporica nei paesi in cui sono presenti comunità di origine italiana?
  • Come si comunica “qualità”? Qual è il ruolo della critica in questo processo in termini di definizione e creazione di etichette di genere? Esistono differenze tra forme critiche tradizionali e critica digitale (o in generale produzione di discorsi sul web intorno a questi film)? In che modo si forma “opinione pubblica” intorno al cinema “di qualità”?
  • Quali sono gli effetti del “cinema di qualità”? Esiste una convergenza tra le finalità perseguite dalle agenzie che promuovono e finanziano il cinema di qualità (Mibact, film commission locali, sponsor privati e istituzionali)? Come misurare, anche sulla base di confronti con realtà diverse da quella italiana, l'apporto del cinema finanziato in termini di cultural value? Questo cinema accentua o attenua i processi di distinzione o funziona invece da fattore di aggregazione rispetto a comunità diverse?

Scadenze e informazioni

Gli abstract, in italiano o in inglese, compresi tra 400 e 600 parole, dovranno essere inviati a redazione.cs@unicatt.it entro il 15 novembre 2015.

In caso di accettazione, i contributi completi dovranno pervenire entro il 15 febbraio 2016 e saranno successivamente sottoposti alla valutazione di revisori anonimi.

Per altre informazioni è possibile contattare i curatori all'indirizzo paolo.noto2@unibo.it.



Download:
CFP CS 2016 ITA.pdf
 

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