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Comunicazioni Sociali nella sua storia ha frequentato le aree della semiotica e della filosofia con articoli sui grandi temi di queste discipline, affrontati nel contesto della riflessione sui media, sulla loro evoluzione, con particolare attenzione al cinema. Gli interventi che la rivista ha ospitato possono essere inquadrati all’interno di una duplice tensione di studio.
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Comunicazioni Sociali, con i suoi 50 anni di storia, è certamente la rivista di comunicazione più longeva in Europa. Quelle più accreditate nel panorama internazionale vedono infatti la luce non prima della fine degli anni Settanta. In questo mezzo secolo la rivista ha potuto accompagnare tutte le tappe dell'evoluzione dei media, a partire dalla televisione fino al digitale, nonché la nascita e istituzionalizzazione di nuovi oggetti delle scienze sociali e umane, dall'audiovisivo alla pubblicità al teatro sociale.
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In una prima fase della rivista – negli anni Sessanta e Settanta – l’approccio sociologico ha dialogato sulla rivista con altri approcci, di tipo semiotico e filosofico, assecondando una felice tendenza degli studi sui media, la comunicazione e la cultura di quegli anni, secondo la quale l’oggetto e la sua scoperta prevalevano sulla specificità dei metodi di analisi.
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Nel primo numero degli “Annali della Scuola Superiore di Giornalismo e Mezzi Audiovisivi” (1/1966), Mario Apollonio scrive il fondamentale Rapporto sulla drammaturgia come momento attivo della cultura, in cui partendo dal presupposto che il «proprio dell’uomo» è la libertà e che «il problema della società» è «quello della comunione», arriva a concludere che la comunicazione deve essere partecipazione. «La partecipazione è un fatto di vita morale che subordina a sé l’attività teoretica».
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Lo studio del cinema in Università Cattolica sin dal Dopoguerra costituisce un passaggio decisivo per quel percorso di legittimazione culturale delle forme di comunicazione mediale e dello spettacolo che caratterizza l'Ateneo, e sarà una componente centale anche nella nascita della Scuola superiore di giornalismo e mezzi audiovisivi nel 1961 a Bergamo.
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Cinquant’anni di Comunicazioni Sociali e sessant’anni di televisione in Italia: una coincidenza temporale che descrive una storia di interessi incrociati. Fin dalle sue origini, ovvero nei primissimi anni degli Annali della Scuola superiore di giornalismo e Mezzi Audiovisivi, la rivista ha manifestato un particolare interesse per lo studio del nuovo mezzo televisivo, contribuendo a istituzionalizzare un approccio di ricerca originale sulla tv.
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Gli indici dei fascicoli di tutte le serie di Comunicazioni Sociali, dal 1966 al 2015.
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Towards the Platformization of (Social) Media Memory: Articulating Archive, Assemblage, and Ephemerality
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