Fuori/Schermi. Tv extradomestica, mobilità, convergenza
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Un maxi schermo al plasma installato in una qualsiasi stazione balneare nostrana è il punto di partenza di una riflessione sulla relazione tra televisione e spettatore al tempo della mobilità e della versatilità a cui la convergenza dei media l’ha destinata: lo schermo “da spiaggia” è solo uno dei possibili esempi con cui mostrare come sullo stesso (almeno in apparenza) medium si possano attivare frame di visione e di utilizzo assai diversi: per qualità, intensità, circostanze e finalità. La varietà e l’eterogeneità delle esperienze di fruizione televisiva che ne derivano non è però un frutto esclusivo della trasformazione tecnologica, ma piuttosto si va configurando come un inedito mescolamento di pratiche e usi consolidati con elementi innovativi, di rimediazioni e parziali spostamenti, di vecchio e nuovo, dove i fattori di continuità paiono pesare anche più di quelli di discontinuità. La tv in spiaggia “c’è sempre stata”, così come i frame ambientali, puntuali ed eventuali che si alternano nella vita estiva di uno stabilimento balneare o del bar sottocasa. I mutamenti più significativi legati alla digitalizzazione mediale sono da riscontrare altrove: l’indifferenza tecnologica dei nuovi device, che permette di considerare il televisore come il display di riferimento unico e adattabile per una varietà di fonti e contenuti mediali (la tv, il videogame, il videoclip musicale, il film eccetera); l’abbondanza di contenuto digitalizzato disponibile. È così che sulla “classica” esperienza di mobilità simbolica dello spettatore si innesta un’esperienza di mobilità tecnologica, intesa come accesso everytime/everywhere a un contenuto e come pratica di fruizione che si muove lungo percorsi multi-piattaforma. D’altronde, proprio il nesso mobilità/domesticità rappresenta, da sempre, l’aspetto più eclatante del medium, ossia la sua duplice articolazione in contesti domestici e extradomestici. Ciò che si modifica, allora, non è tanto la realtà del mezzo, quanto la realtà che, di volta in volta, circonda il mezzo, in quanto è il contesto specifico (sia esso spazio di transizione, luogo o territorio) che finisce per attribuire valore e funzione allo schermo e al suo contenuto. Alla ricerca, allora, il compito di esplicitare, di volta in volta, l’intenzionalità contestuale di uno schermo collocato in un dato luogo. Di guardare fuori dagli schermi.
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