(En)gendered creativity. Actors Agencies Artifacts

Il recente dibattito sulle industrie creative (termine che ha sostituito/sta sostituendo la nozione di industria culturale nella riflessione economica, culturologica e estetica sui media) ha evidenziano il permanere di differenze di genere nell'accesso alle pratiche creative. Si tratta per un verso del portato di una presenza ancora disomogenea di uomini e donne all'interno del sistema mediale (si veda la recentissima relazione della comunità europea sulla presenza e sui ruoli degli uomini e delle donne nei media LINK); per un altro verso dell'emergere di forme di segregazione su base sessuale anche all'interno della rete e degli ambienti digitali. In termini positivi, inoltre, continua a emergere una differente modalità nella gestione dei processi creativi da parte di uomini e di donne. Il monografico del n. 3/2014 di CS (a cura di Alice Cati, Mariagrazia Fanchi e Rosanna Maule) esplora le forme che la creatività maschile e femminile sta assumendo, con un duplice intento, In primo luogo contribuire a illuminare la genesi dell’industria creativa, intesa come combinazione fra processi produttivi (istituzioni, soggetti, pratiche, competenze) istituzionali e processi produttivi (soggetti, modalità, forme, stili) bottom up. In secondo luogo cogliere le eventuali criticità che tale sistema sta rivelando.
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