The Remaking of Truth in the Digital Age

Tutti pensavano che la Brexit non sarebbe passata e Trump non sarebbe mai stato eletto. L’intero apparato dei media, che voleva garantire certezze, ha prodotto invece confusione. Si dice che siamo nell’era della ‘post-verità’, dove il dibattito sulla verità è stato rimpiazzato da un caos di fatti. Più cresce l’informazione, più sembra diminuire la conoscenza, e il vuoto di pensiero sempre più si riempie di hate speech, bufale, fake news. Inoltre, le emozioni sembrano contare più dei fatti. Ma separare le opinioni personali dai fatti obiettivi è compito difficile se non impossibile. Benché la realtà sia difficile da afferrare, ci sono evidenze difficili da contestare: sofferenza e morte in tante parti del mondo hanno una concretezza che sfugge a ogni strategia retorica ed espone il limite di chi sostiene che tutto è finzione e simulazione.
Anche la questione della democrazia nell’era tecnocratica è oggi in gioco. La crescita dei populismi e del cosiddetto consenso post-politico pone grandi sfide, così come la polarizzazione del dibattito che spinge le persone agli estremi, dato che provocare è un modo di massimizzare il coinvolgimento.
Scopo di questo numero di Comunicazioni Sociali è introdurre una prospettiva critica in questa ondata di forze controinformative, senza cadere negli opposti e ugualmente indesiderabili estremi del funzionalismo cinico (è vero ciò che funziona) o di un paternalistico neopositivismo: la verità come questione di numeri – sovranità dei dati che uccide la realtà, escludendo tutti gli aspetti non quantificabili.
La responsabilità dei soggetti, piuttosto che l’obiettività dei fatti, é oggi in gioco: ma che cosa sia la ‘parresia’ di Foucault nell’era digitale richiede uno sforzo di riflessione: perché la verità è insieme impossibile da afferrare e dire nella sua totalità e necessaria da ricercare. Perciò, con le parole di De Certeau, ‘essere segno di ciò che manca’ e voce di chi non ha voce è una priorità nell’era digitale dell’accessibilità globalizzata.
|
||||||||||
Sommario »
Consulta l'archivio
Articoli Online First
Towards the Platformization of (Social) Media Memory: Articulating Archive, Assemblage, and Ephemerality
Ultimi 3 numeri
COMUNICAZIONI SOCIALI - 2024 - 3. Italian Cinemas and Moviegoing. Venues, People, Management
COMUNICAZIONI SOCIALI - 2024 - 2. BECOMING AGENS. Synesthetic and Active Processes of Image Reception in the Middle Ages
Articolo letto 1876 volte.
Inserisci un commento