News / Notizie
This special issue aims at exploring the encounter and intersection between fashion studies and media studies, with particular reference to visual and audiovisual products, e.g. cinema, television, advertising and digital media. We encourage scholars from the fields of both audiovisual media and fashion studies to explore this intriguing intersection and the new horizons of audiovisual fashion. We particularly welcome contributions that discuss how audiovisual studies and fashion studies can cross-fertilize each other and expand the theoretical framework of each approach.
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Per la prima volta nella sua storia, cominciata esattamente cinquant’anni fa, CS dedica un intero monografico alla Fotografia. I curatori di questo monografico, Adriano D'Aloia e Francesco Parisi, propongono l’espressione “snapshot culture” per riferirsi al complesso dei mutamenti estetici e pratici dell’esperienza fotografica, con l’intento di evidenziarne gli aspetti rilevanti e innovativi, pur senza sottacere le ricadute problematiche.
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La raccolta di saggi e interventi per la sezione miscellanea di CS è sospesa fino a Settembre 2019. CS accoglie contributi relativi ai seguenti ambiti di studio: Antropologia dei media, Arti performative, Cinema, televisione e fotografia, Cultura e comunicazione digitale, Drammaturgia, Economia politica dei media, Estetica e semiotica dei media, Sociologia della comunicazione e dei media, Sociologia della cultura, Storia del teatro, Studi sociali sui media, Teoria e storia dei media. Come per la sezione monografica, i contributi saranno sottoposti a procedura di double blind peer review. http://comunicazionisociali.vitaepensiero.it/…/cfp-permanen…
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Cosa significa essere umani nell'era dove una tecnologia pervasiva e sempre più 'incorporata' ha eroso il confine tra natura e cultura? Come le nuove possibilità di potenziamento ridefiniscono l'idea stessa di normalità? Quali implicazioni sul nostro vivere insieme? Come porre, se è il caso, la questione del limite? Quali forme narrative concorrono alla costruzione degli immaginari su questi temi? Nella tradizione della rivista, il n. 3/2015 di Comunicazioni Sociali, curato da Chiara Giaccardi, affronta questo intreccio di questioni a partire da diverse prospettive e diversi ambiti disciplinari. I contributi sono suddivisi in tre sezioni che riguardano alcuni cambiamenti significativi nella sfera pubblica, la ridefinizione dell'idea di 'normalità' relativamente al corpo, gli immaginari legati al tema del 'potenziamento'.
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Con il concetto di “genere” focalizziamo la nostra attenzione sulla relazione fra un testo e altri testi, a partire, per esempio, dalla tradizionale distinzione aristotelica fra “tragedia” e “commedia” o dall’idea degli “archetipi universali” elaborata da Northrop Frye. In che senso un testo mediale (un racconto, un film, un programma televisivo…) è simile o diverso rispetto ad altri testi? Perché questa somiglianza o questa differenza sono importanti?
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Cosa definisce e costruisce l'idea di qualità nel cinema italiano contemporaneo, indicativamente dal 2000 a oggi? Mentre nel dibattito sulla TV sta prendendo piede anche nel nostro Paese un'accezione del termine quality fondata sull’idea di production value, in ambito cinematografico la questione resta più opaca. Nei provvedimenti legislativi, nei comunicati stampa, nelle recensioni, nei saggi accademici e nei discorsi comuni l'idea di cinema di qualità è, infatti, spesso presente, si sovrappone a quella di cinema d'arte e d'autore, incrocia la nozione di impegno e ottiene una sua definizione formale nella categoria di “film di interesse culturale nazionale” promossa e sostenuta dal Mibact.
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In the past, in Italy, the “exposed”, also called foundlings, were the infants or young children abandoned by unknown parents to the care of the Church or of public services. Those exposed children are a powerful reminder of the wider condition of the human beings who for many years from birth are incapable of looking after themselves and are so “exposed”, vulnerable, totally open to all perils and even to death unless someone takes constant care of them.
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La RAI, Radiotelevisione italiana, ha compiuto nel 2014 sessant’anni, avendo inaugurato ufficialmente le trasmissioni il 3 gennaio 1954. Un compleanno che coincide con quello dell’arrivo della tv in Italia. Sessant’anni di storia sono molti, moltissimi se rapportati al calendario della tecnologia. In poco meno di un decennio, grazie ai media digitali, a Internet, la tv ha subito un cambiamento radicale. I saggi contenuti nel numero 1/2015 "Sixty Years of Italian TV. The Medium’s Past and Future" (curato da Aldo Grasso) dialogano con i sessant’anni di vita della televisione italiana illuminando in una prospettiva di storia culturale alcune questioni che hanno assunto una rilevanza cruciale nel direzionare il rapido percorso di istituzionalizzazione del piccolo schermo in Italia e discutono alcune delle sue principali successive trasformazioni.
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Venerdì 24 aprile in Università Cattolica evento di presentazione del n. 3/2014 "(En)gendered Creativity - Actors Agencies Artifacts"
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The long-running debate on Post-humanism is now entering a new phase: after the analysis of technological imaginaries and 'frontier cases' that informed the field during the ‘90s, scholars’ attention is now progressively focusing on more common technological artefacts, social practices and socio-technological assemblages that seem to redefine the boundaries of what was traditionally conceived as “human”.
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