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In the past, in Italy, the “exposed”, also called foundlings, were the infants or young children abandoned by unknown parents to the care of the Church or of public services. Those exposed children are a powerful reminder of the wider condition of the human beings who for many years from birth are incapable of looking after themselves and are so “exposed”, vulnerable, totally open to all perils and even to death unless someone takes constant care of them.
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La RAI, Radiotelevisione italiana, ha compiuto nel 2014 sessant’anni, avendo inaugurato ufficialmente le trasmissioni il 3 gennaio 1954. Un compleanno che coincide con quello dell’arrivo della tv in Italia. Sessant’anni di storia sono molti, moltissimi se rapportati al calendario della tecnologia. In poco meno di un decennio, grazie ai media digitali, a Internet, la tv ha subito un cambiamento radicale. I saggi contenuti nel numero 1/2015 "Sixty Years of Italian TV. The Medium’s Past and Future" (curato da Aldo Grasso) dialogano con i sessant’anni di vita della televisione italiana illuminando in una prospettiva di storia culturale alcune questioni che hanno assunto una rilevanza cruciale nel direzionare il rapido percorso di istituzionalizzazione del piccolo schermo in Italia e discutono alcune delle sue principali successive trasformazioni.
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Venerdì 24 aprile in Università Cattolica evento di presentazione del n. 3/2014 "(En)gendered Creativity - Actors Agencies Artifacts"
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The long-running debate on Post-humanism is now entering a new phase: after the analysis of technological imaginaries and 'frontier cases' that informed the field during the ‘90s, scholars’ attention is now progressively focusing on more common technological artefacts, social practices and socio-technological assemblages that seem to redefine the boundaries of what was traditionally conceived as “human”.
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The contemporary mediascape is characterized by continuous and endless remediation flows that re-shape and hybridize the contents, the forms and the vehicles of visual-based media experience. In such a scenario, over the last years photography has gained a central role in negotiating between the need for innovation propelled by digital media and the persistence of its original nature and purposes.
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Il monografico del n. 3/2014 di CS (a cura di Alice Cati, Mariagrazia Fanchi e Rosanna Maule) esplora le forme che la creatività maschile e femminile sta assumendo, con un duplice intento, In primo luogo contribuire a illuminare la genesi dell’industria creativa, intesa come combinazione fra processi produttivi (istituzioni, soggetti, pratiche, competenze) istituzionali e processi produttivi (soggetti, modalità, forme, stili) bottom up. In secondo luogo cogliere le eventuali criticità che tale sistema sta rivelando.
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Il n. 2/2014 "Raccontare le soglie della vita. I temi bioetici di inizio e fine vita nel cinema e nella serialità televisiva" recensito in una pagina del quotidiano Avvenire.
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Lezione straordinaria del regista teatrale Stefan Kaegi del collettivo performativo tedesco Rimini Protokoll.
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The arrival of digital technologies was supposed to spell the end of the line for television, the most dominant medium of the last half of the twentieth century. However, the opposite has happened -- there is more television than ever before and, as Toby Miller recently put it, "people like it more than ever". As a result, many people have rushed to characterize what has become of the medium. This special issue is devoted to making sense of how television genres have changed and adapted in an era where more television is more abundant than ever.
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Come testimonia un’ormai consistente produzione di film e serie televisive, la bioetica è un ottimo argomento di racconto per lo schermo. È un campo generoso di spunti, perché ricco di dilemmi morali, che sono elemento essenziale a rendere una storia coinvolgente. Offrono materiale drammatico le possibilità e le incognite della genetica. Lo offrono le scelte medico-sanitarie che hanno a che fare con opzioni di vita e di morte dei pazienti. Lo offre la libertà di questi ultimi di fronte a possibilità di intervento cresciute esponenzialmente insieme con gli interrogativi sulla loro liceità e sulle loro implicazioni. Questo volume monografico di CS, curato da Paolo Braga e Armando Fumagalli, affronta il binomio “bioetica-racconto audiovisivo” attraverso l'analisi di film che hanno conquistato ampia risonanza nell’immaginario narrativo contemporaneo (Juno, Million Dollar Baby, Gattaca, Blade Runner, Scrubs) e film indipendenti (La famiglia Savage, La custode di mia sorella) o serie tv di nicchia (Boss).
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